La velocità è la loro religione, la follia il loro stile. Date ai Sultans Of Sprint una lingua d’asfalto e ve la divoreranno. Figuriamoci poi se l’asfalto è quello del tempio della velocità, l’Autodromo di Monza: perché il loro campionato europeo di sprint race, ancora una volta, parte proprio da The Reunion 2018.
Tutti in pista sabato 19 maggio: tra le 17.00 e le 19.00 i bolidi più estremi d’Europa si sfidano nel primo ⅛ di miglio di stagione, cui seguiranno poi le tappe di Biarritz, di Spa-Francorchamps (Belgio) e di Glemseck 101 (Germania). Quattro appuntamenti per bruciare gli avversari e per esibire le proprie mostruose creature a due ruote, nelle categorie “Freak Class” e “Factory Class”.
E tra le migliori motorcycle freaks d’Europa quest’anno ci sono quattro italiane. Quattro rookies che non si limitano a portare un po’ di gusto estetico nostrano alla competizione. “I Sultans per me sono un sogno, li seguivo da 4 anni” dice Rino Scala di Cafe Ricycles, che corre con la ‘Nervous’, BMW su base R850R sovralimentata con compressore volumetrico. Unico obiettivo divertirsi… o forse no: “Almeno battere Dino”.
Dino di cognome fa Romano e di gare di accelerazione un po’ ne mastica: “Sono rimasto affascinato dall’atmosfera da circo dei Sultans. Qui siamo tutti amici, ci si consiglia… ma quando tiri giù la visiera è guerra. Quando corri, a vederti superare dall’avversario ti girano le balle”. La sua ‘Ode Alla Vita’, omaggio al compianto amico Gianalberto, è una carenatona su base Harley Davidson 1340 Dyna.
South Garage Squadra Veloce invece porta due piloti sulla griglia di partenza. Daniele Ghiselli cavalca ‘The Super Hero’, basata su una Ducati S2R 1000: “Ha soluzioni tecniche sperimentali, non si guida come una moto normale. È questo il bello dei Sultans, che le moto non sono preparazioni ma costruzioni vere e proprie, dalla creatività unica”.
La Ducati ‘Hero’ su base Hypermotard 1100 SP, detta ‘The Drake’, sarà spinta al limite da Massimiliano Mazzer detto “il Conte”. Anche a lui piace stare dietro solo in certe occasioni.
Perché partecipare, diciamocelo, fa schifo.
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