Brilla il sole, il parcheggio è zeppo di special e cafe racer allineate ordinatamente, il paddock affollato di appassionati. La giornata non poteva cominciare meglio. Il motore del team di The Reunion gira in coppia massima, l’esito è scontato quanto banale: a questo punto, comunque andrà, sarà un successo. Bene, oggi è un centro pieno. La security all’entrata ha contato oltre millecinquecento (sì, 1.500) moto, con circa tremila visitatori che si dividono fra gli stand dei box e i vialetti del paddock. Il segreto di un evento come questo è il contenuto. The Reunion aggrega il pubblico di appassionati della Distinguished Gentleman’s Ride (organizzata da Matteo Adreani, lo stesso della Reunion), ma lo rende vivo con il brivido della corsa. Ovunque vediamo moto veloci che non sono obbligate ad esserlo, ma quando se ne ha voglia, soprattutto divertendosi con stile  è davvero il massimo. Meglio di così? Può sempre andare. Ma oggi sta andando davvero benissimo, nell’aria c’è una bella vibrazione.

Alle 11 i piloti sono già radunati nell’ufficio dell’organizzazione e dei commissari di gara per il briefing. “Ciao, ma ci sei anche tu? Io non ho dormito un’ora stanotte!”. Ma questo è il solito Monello, per l’anagrafe Carlo Porro, agitatore del Triumph Club Milano. È uno dei 32 rider che vogliono sentirsi piloti per un giorno nella Sprint Race. Le moto in corsa sono le più varie, quasi tutte bicilindriche. C’è la Honda 750 Four di Thomas Mantero della community Honda4Fun che si distingue in mezzo al gruppo dominante delle bicilindriche inglesi: dalle Norton Commando alle Triumph Bonneville e le Thruxton a carburatori. Non mancano le italiane: una Monster 800 S2R assettata nel classico stile cafe racer e persino una Moto Guzzi Bellagio 940. Nel briefing l’adrenalina dell’attesa si stempera in una serie di battute da caserma quando viene presentata la “bandierina”, cioè la starter che abbassa la bandiera alla partenza. “Quindi quando lei si alza la maglietta si parte?“. “Sì, ma è davanti che devi guardare”.

Dopo una rapida prequalifica, alle 14 cominciano a sfidarsi i 32 iscritti alla Sprint Race. Guardando tra le moto nel parking di entrata, si notano diverse special già fotografate e pubblicate sulle riviste e i blog, guidate dai loro preparatori. Ecco Dino Romano di Moto dal Cuore, Filippo Bassoli di Deus ex Machina sulla sua BMW Derrick… Anche se siamo tutti qui per divertirci, c’è sempre una punta di tensione. Per dimostrare di saper andare veloci, di dare tutto e subito… e per il premio finale naturalmente. Le prime due ore sul Rettilineo ad Alta Velocità sfoltiscono i ranghi e forniscono le prime risposte alle occhiate interrogative fra i piloti: la moto darà tutto quello che promette? E quel tipo avrà il polso pesante? Se magari sfriziona, sbaglia partenza e gli schizzo davanti, prova a prendermi poi, ciaaao… Dopo i primi due turni, ecco i magnifici otto che si batteranno per la semifinale. Il primo scontro in tabellone è un derby fra le Triumph Thruxton 900 di Enrico Dell’Omarino e Giuseppe Grippo, che nonostante il nome conta su una bicilindrica veloce e affidabile firmata South Garage. Nel secondo quarto di finale troviamo un vecchio lupo toscano della velocità in linea: Gianluca Guantini, già pilota della Italian Drag Racing Association 15 anni fa, ha bruciato la Yamaha XV950 Pure Sports Yard Built di Danilo Seclì. Nella parte bassa del tabellone sarà testa a testa fra la Ducati S2R Monster 800 di Paolo Ballarini e la Bonneville T100 di Gianluca Biganzoli. L’ultimo quarto finale se lo giocheranno Benedetta Zaccherini (una delle due donne in gara, si è presentata sulla linea di partenza con una BMW R100CS preparata da Dino Romano e uno stile impeccabilmente ton up) contro Riccardo Fino su Triumph Bonneville T100.

Dopo un estemporaneo bike show volante, è ora di ridare gas: stavolta sul rettilineo dell’Autodromo di Monza per il gran finale della One-to-One, a più tardi per il nome del vincitore (ma anche per gli aperitivi, per il deejay set…).